Il nostro futuro in una tazza di tè

Vi è chi sostiene che si possa leggere il nostro futuro osservando i residui del tè rimasti sul fondo della tazza dopo che si bevuto la bevanda. Si chiama tasseomanzia e si abbina alla caffeomanzia, che invece è basata sull’interpretazione dei fondi del caffè. Si ignora l’effettiva veridicità delle predizioni così ottenute e anche se i fautori dei due approcci divinatori si stimino o si detestino a vicenda come cani e gatti, ma quello che è abbastanza chiaro è l’utilità del consumo di tè verde per la prevenzione di patologie che colpiscono il nostro apparato cardiovascolare… e anche oltre!!

Il punto di partenza è la pianta del tè, botanicamente detta Camellia sinensis, fiore bianco e foglie verdi, colore che mantengono anche dopo l’essicazione e lo sminuzzamento e che le stesse foglie trasmettono alla bevanda ottenuta dalla loro infusione: il tè verde. Se invece lo sminuzzamento è seguito dalla fermentazione otteniamo il tè oolong, di colore azzurro e, prolungando il processo fermentativo, quello nero, che è il più conosciuto alle nostre latitudini.

Analizzando le foglie del tè, le troviamo contenere dei flavonoidi, costituiti al 90% da catechine e per il restante 10% da flavonoli. Al di là dei nomi particolari con cui questi composti vengono indicati, essi hanno la caratteristica comune di avere potere anti-ossidante e anti-infiammatorio.

La prima di queste proprietà consente di proteggere dall’ossidazione le lipoproteine ematiche, sorta di convogli biologici, carichi di lipidi e proteine che, navigando nella circolazione sanguigna, portano i grassi ai tessuti che ne hanno bisogno. La loro ossidazione ne facilita l’incagliarsi sulle cellule che rivestono i vasi sanguigni facendole diventare cellule spugnose e successivamente placche ateromatose, che possono staccarsi dalla parete dei vasi sanguigni e andare a ostruire vasi e arterie, fra cui le coronarie e generando così un’ischemia cardiaca o cerebrale. Hanno anche azione vasodilatatrice, promuovendo la sintesi di un potente vasodilatatore come l’ossido nitrico che, riducendo la pressione arteriosa, riduce anche il rischio cardiovascolare. A completare l’azione di protezione dell’apparato cardio-circolatorio vi sono la riduzione della colesterolemia e dell’aggregazione piastrinica.

Legato al metabolismo lipidico vi è l’aumento della lipolisi in diete ipocaloriche addizionate con catechine. Questo non significa che le catechine facciano dimagrire, ma solo che, in una dieta ipocalorica, aumentano il dimagrimento. In una ipotetica dieta del mascarpone, il loro effetto dimagrante sarà sicuramente nullo.

Tra le patologie tumorali, l’unica dove si sia visto un effetto protettivo è il carcinoma mammario, la cui recidiva risulta ridotta dal consumo giornaliero di almeno 5 tazze di tè verde.

Ed è proprio la quantità di tè necessaria per vedere i risultati a fare la differenza, si tratta di arrivare infatti ad almeno 3 tazze giornaliere, cosa che le popolazioni asiatiche raggiungono facilmente perché lo usano anche per pasteggiare, ma che da noi non sono così facili da raggiungere. Chi volesse provarci stia però attento allo zucchero, il rischio è quello di proteggersi da un lato e di aumentare il rischio di diabete dall’altro.

Redatto da: Filippo Rossi
Ricercatore Scienze Dietetiche Applicate
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Università Cattolica del Sacro Cuore