L’alimentazione nella prevenzione del diabete di tipo 2
Il 14 novembre si è celebrata la giornata mondiale del diabete, una delle malattie metaboliche più diffuse nel mondo. Globalmente, oggi si stimano oltre 530 milioni di persone affette da questa malattia e in Italia il 6% della popolazione ne soffre, soprattutto del diabete di tipo 2. Numeri molto rilevanti, che purtroppo sono destinati ad aumentare.
Il diabete di tipo 2, che rappresenta il 90% dei casi, è una malattia cronica caratterizzata da iperglicemia (eccessiva concentrazione di glucosio nel sangue) dovuta ad un’alterazione della quantità prodotta o dal non corretto funzionamento dell’insulina, l’ormone coinvolto nel metabolismo del glucosio stesso. Generalmente, questa forma di diabete si presenta in età adulta, anche se negli ultimi anni si sono riscontrati diversi casi di diabete in età adolescenziale, ed è determinata principalmente da stili di vita scorretti.
Si può prevenire il diabete di tipo 2?
La maggior parte dei fattori che aumentano il rischio di insorgenza di questa patologia sono modificabili, ovvero sono quei fattori per i quali possiamo essere attori del cambiamento, e possono essere fondamentali per prevenire o ritardare il decorso di questa patologia. La scienza oggi ci indica chiaramente che attraverso una corretta alimentazione ed uno stile di vita sano è possibile ridurre il rischio di insorgenza del diabete di tipo 2, migliorando la sensibilità all’insulina e l’assorbimento del glucosio.
Tra questi fattori troviamo il raggiungimento ed il mantenimento di un peso corporeo adeguato, lo svolgimento regolare di attività fisica moderata, il seguire abitudini dietetiche corrette, oltre all’evitare il fumo di sigaretta.
Le raccomandazioni dietetiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la prevenzione del diabete di tipo 2 includono sia la limitazione del consumo di acidi grassi saturi (che dovrebbe essere inferiore al 10% dell’energia giornaliera totale assunta con gli alimenti e le bevande) che l’introduzione di almeno 20 g al giorno di fibra, tramite un consumo regolare di cereali integrali, legumi, frutta e verdura. Inoltre, è fortemente consigliato ridurre il consumo di zuccheri semplici al di sotto del 10% dell’energia giornaliera totale.
Anche l’attività fisica rappresenta un buon alleato nella prevenzione di questa patologia. Evitare la sedentarietà è consigliato per tutte le fasce di età: i bambini e ragazzi dai 5 ai 17 anni dovrebbero svolgere almeno 1 ora al giorno di attività moderata-vigorosa, mentre dai 18 ai 64 anni si dovrebbero svolgere o almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica di moderata intensità, o 75 minuti di attività aerobica vigorosa, o un insieme delle due. Anche per gli anziani è raccomandato un buon livello di attività fisica, simile a quella che dovrebbero svolgere gli adulti, ma con intensità minore.
Numerose sono le strategie che possono essere messe in atto per incentivare comportamenti corretti a livello di popolazione e del singolo individuo. Diversi Paesi puntano già su programmi per sensibilizzare e informare i cittadini, mentre altri hanno deciso di adottare misure anche più impattanti, come la dibattuta applicazione della tassa sulle bevande zuccherate per disincentivarne l’acquisto e quindi prevenire l’insorgenza di obesità e anche di diabete.
In questo panorama, appare evidente il ruolo fondamentale delle politiche adottate nel promuovere creazione di un ambiente in cui il consumatore venga informato e educato correttamente al seguire uno stile di vita sano, per la prevenzione del diabete di tipo 2 e di altre patologie.
Redatto da:
Noemi Riscazzi – Collaboratrice di ricerca
Margherita Dall’Asta – Ricercatrice in Nutrizione Umana
Facoltà di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali
Università Cattolica del Sacro Cuore